Frequenza cardiaca a riposo nei pazienti con malattia coronarica stabile e diabete


Studi epidemiologici hanno indicato che la frequenza cardiaca a riposo è un predittore indipendente di mortalità cardiovascolare e di mortalità per qualsiasi causa.
Tuttavia, questo parametro non è mai stato specificamente valutato nei pazienti con diabete mellito.

Uno studio ha descritto l'associazione tra frequenza cardiaca a riposo ed eventi cardiovascolari nei pazienti con malattia coronarica con e senza diabete mellito.

L'Euro Heart Survey on Diabetes and the Heart ha arruolato 2.608 pazienti con malattia coronarica stabile, di questi 780 ( 30% ) soffrivano di diabete.

La frequenza cardiaca a riposo è stata registrata in 2.507 ( 96% ) pazienti: 1.756 senza diabete e 751 con diabete.

I pazienti sono stati seguiti, per 1 anno, per quanto riguardava gli eventi cardiovascolari ( mortalità per tutte le cause, infarto del miocardio non-fatale e ictus ).

Nel complesso, la frequenza cardiaca a riposo ( valore mediano ) era pari a 70 ( 62-78 ) bpm ( battiti per minuto ).

La stratificazione per quartili della frequenza cardiaca a riposo è risultata significativamente associata con l'esito nella popolazione generale ( p=0.002 e P=0.021 per la sopravvivenza ed eventi cardiovascolari, rispettivamente ), mentre non lo è stata nei pazienti senza diabete.

Nei pazienti con diabete mellito, i quartili della frequenza cardiaca a riposo erano correlati con la sopravvivenza ( p=0.032 ), mentre nei pazienti non-diabetici, non è emersa alcuna correlazione tra la frequenza cardiaca a riposo e la sopravvivenza ( hazard ratio, HR=0.97; p=0.804 ) e gli eventi cardiovascolari ( HR=0.85; p=0.068 ).

Di contro, un aumento di 10 bpm di frequenza cardiaca a riposo era indipendentemente associato con la sopravvivenza ( HR=1.34; p=0.015 ), ma non con gli eventi cardiovascolari ( HR=0.99; p=0.359 ) nei pazienti con diabete mellito.

In conclusione, nei pazienti con malattia coronarica stabile e diabete mellito sembra esserci una associazione tra frequenza cardiaca a riposo ed eventi cardiovascolari; la relazione non è stata riscontrata nei pazienti senza diabete. ( Xagena2010 )

Anselmino M et al, Eur Heart J 2010; 31: 3040-3045



Cardio2010 Endo2010



Indietro

Altri articoli

L'infiammazione sistemica e l'ipogonadismo maschile sono due fattori di rischio non-convenzionali sempre più riconosciuti per la sindrome del QT lungo...


La fibrillazione atriale e l'insufficienza cardiaca coesistono frequentemente e possono essere difficili da trattare. Il controllo del ritmo della fibrillazione...


Gli studi controllati con simulazione hanno dimostrato la sicurezza e l'efficacia della denervazione renale ( RDN ) per abbassare la...


Ci sono poche prove a sostegno della selezione della terapia per il controllo della frequenza cardiaca nei pazienti con fibrillazione...


L'Ivabradina ( Corlentor, Procoralan ) è stata approvata per l'insufficienza cardiaca con ridotta frazione di eiezione ( HFrEF ) e...


La tachicardia sinusale è frequentemente riportata nel lupus eritematoso sistemico ( SLE ), mentre ci sono dati limitati sulla capacità...


Gli individui con artrite reumatoide sono ad aumentato rischio di morte cardiaca improvvisa, un risultato aumentato in quelli con prolungamento...


Una frequenza cardiaca inferiore è associata a migliori esiti nei pazienti con insufficienza cardiaca ( HF ) con frazione di...


Hoffmann-La Roche, in accordo con l’Agenzia Europea dei medicinali (EMA) e l’Agenzia Italiana del Farmaco ( AIFA ), hanno informato...


La relazione tra mortalità e frequenza cardiaca rimane non ben definita per i pazienti con insufficienza cardiaca con frazione di...